Indicare le caratteristiche salienti del progetto candidato esplicando dettagliatamente le modalità che si intende perseguire per valorizzare e/o migliorare la fruizione del Bene.

Il progetto CULTUREEXPERIENCE – ARTS & FOOD candidato dalla Fondazione Appennino si sviluppa attraverso l’implementazione di diversi servizi e la realizzazione di prodotti, che tengono insieme tradizione e innovazione.
La Fondazione Appennino ETS promuove il concetto di culture interpretando il termine nei sui vari significati. Inteso nella sua forma singolare inglese il termine riassume la traduzione di “cultura”, e quindi ponendosi come luogo di incontro delle arti e delle conoscenze europee; come dimora di sperimentazione e di laboratorio di attività artistiche e di artigianato artistico, di elaborazione di nuove frontiere dell’arte e della letteratura, di incontro tra artisti, di dimora del pensiero e della creatività.
Innanzitutto, in coerenza con le identità del contesto territoriale e delle potenzialità dell’area, le culture che la Fondazione si prefigge di integrare sono innanzitutto quella ambientale- naturalistica, quella della qualità della vita e quella storico-artistica, nel pieno rispetto delle principali emergenze di un comune (Montemurro) all’interno del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano, rappresentate in primis dalla presenza di un attrattore naturale quale il Lago del Pertusillo e di uno culturale quale la Fondazione Leonardo Sinisgalli.
La Fondazione Appennino, sarà centro e sede di estemporanee d’arte, esposizioni e mostre, attività di scuola d’arte e di seminari di formazione legati a vecchie e nuove conoscenze, a vecchi e nuovi media.
A fare da nume tutelare della cultura è sicuramente Leonardo Sinisgalli, stretto familiare dei proprietari e fondatori della Fondazione Appennino che trova sede proprio nella casa dello “Zio Giovanni” di Leonardo Sinisgalli il quale fu più volte ospite della “grande casa” che lo stesso autore montemurrese descrive nei suoi scritti e che a distanza di poche decine di metri, “dimora” proprio nella “Casa delle Muse” in cui risiede la Fondazione Sinisgalli, luogo di grande animazione culturale locale a cui la Fondazione Appennino intende affiancarsi per la valorizzazione di temi complementari e la realizzazione di attività in collaborazione e di rafforzamento reciproco.
Lo stesso dicasi per la presenza a Montemurro di un altro importante presidio d’arte contemporanea come la Scuola del Graffito Multistrato, fondata nel 2003 dall’artista Giuseppe Antonello Leone e che oggi vive ed anima la comunità nel nome del suo illustre fondatore, scomparso nel 2016.

OUTPUT DEL PROGETTO:
MOSTRE E LABORATORI D’ARTE E ARTIGIANATO ARTISTICO – 
La Fondazione Appennino ETS ospiterà nel corso dell’anno vari eventi finalizzati all’experience artistica, la cui peculiarità sarà sempre la combinazione delle attività di creazione e fruizione delle attività artistiche in loco, mettendo a disposizione la location del palazzo in cui la Fondazione ha sede. In particolare saranno allestiti laboratori attrezzati per eventi nell’ambito delle arti “classiche” come pittura, scrittura, scultura, graffito, fotografia, musica, teatro e cinema ma anche artigianato artistico come ceramica, legno, cartapesta; oltre che nelle nuove forme di creatività come videomaking, bodyperformance, allestimenti multimediali.
Il cuore delle attività è proprio nell’integrazione tra il mondo dell’arte e della cultura in generale con l’esperienza diretta in un luogo di creazione e fruizione, intendendo per esperienza culturale non solo l’ambito legato alle forme classiche d’arte e artigianato artistico, benché su tali espressioni si fonda gran parte dell’identità locale che, legata indiscutibilmente alla poliedricità tematica di Leonardo Sinisgalli, si potrà porre come luogo ospitante il design, l’architettura, la pubblicità, affiancando queste discipline creative alle forme d’arte più conosciute.

EVENTI MUSICA D’APPENNINO – 
Sezione a parte merita un progetto relativo all’incontro tra le culture musicali dell’Appennino. La Basilicata è stata terra di passaggio di popoli nella storia e le sue montagne sono depositarie di storie e di culture provenienti dal mediterraneo e dall’Europa; l’Appennino italiano è uno scrigno di racconti e tradizioni in particolar modo in musica, che ha rappresentato l’unica forma di cultura a cui tutti i ceti sociali hanno dato un proprio contributo.
La Fondazione si propone di realizzare una serie di iniziative ed eventi di incontro e ri- contaminazione delle culture musicali vecchie e nuove, che si colleghi ad altre esperienze interregionali e con esse costruisca collaborazioni e condivisione.

PREMIO APPENNINO – 
Il premio Appennino rappresenterà l’evento di punta legato alla rivista Appennino e si pone l’obiettivo di riunire presso la Fondazione autorevoli esponenti della letteratura e dell’arte.
Il premio si affianca alla rivista e alle altre azioni di CultureExperience, che rappresentano una modalità culturale che si pone come “una delle due gambe” della filosofia di Appennino che intende affiancare le nuove tecnologie e l’innovazione socio-economica ad azioni maggiormente caratterizzate da una identità più classica, a volte apparentemente superata che, invece, per Appennino rappresenta elemento fondamentale per il suo cammino. Due gambe dunque, una classica e una innovativa che devono camminare entrambe per far camminare un corpo; se una si ferma, si ferma il cammino.
Nel cuore del mondo sinisgalliano, Fondazione Appennino ETS interpreta in questo modo la “Civiltà delle Macchine” fondata soprattutto sull’idea di indispensabilità dell’evoluzione tecnica e scientifica solo se governata dalla conoscenza dell’uomo.
In questa idea il Premio Appennino diventa paradossalmente una sfida innovativa proprio in un’epoca in cui si tende ad abbandonare tali eventi; ma la sfida è principalmente nella forza dei temi e dei contenuti che, a prescindere dalla modalità di divulgazione, rappresenta la caratteristica innovativa della Fondazione.

FOOD EXPERIENCE
 – Fondazione Appennino ETS trae la sua identità ed i suoi scopi anche dalla ricerca e valorizzazione della cultura alimentare dell’Appennino che oggi a pieno titolo viene definita con questo termine proprio in virtù delle sempre crescenti conoscenze di cui questi settore del sapere si avvale e di sempre maggiore tecnica che nella sua trasformazione necessita di acquisire. Dal foodartist allo chef, dalla signora depositaria dei segreti della tradizione al produttore di qualità, troveranno dimora nella sede della Fondazione che proprio dall’Appennino, dalla terra di montagna, trae la maggiore ispirazione alla valorizzazione del sapere enogastronomico di qualità con il principale scopo di mantenere ben salde le radici nella storia e nella genuinità della tradizione ma divulgando la cultura del mangiar sano secondo i contemporanei principi che vedono il cibo e l’alimentazione come primo terreno di salvaguardia della salute.
Per laboratori di creatività gastronomica, degustazioni, cooking lessons, eventi del gusto, specialmente in occasione delle dimore d’artista e degli eventi legati alle arti che la Fondazione organizza, saranno allestiti permanentemente spazi adibiti a degustazione e fruizione del cibo, attenendosi alle regole vigenti in materia igienico sanitaria. Inoltre la Fondazione sarà protagonista itinerante nelle occasioni di divulgazione della conoscenza enogastronomica appenninica in occasione di eventi in Basilicata e fuori dai suoi confini. Per tale scopo sarà dotata di strumentazione adeguata a trasporto, conservazione, trasformazione e fruizione del cibo in tali occasioni fuori sede della Fondazione.

VOLUMI/RIVISTA APPENNINO
 – La tendenza omologatrice della globalizzazione ha alimentato anche dubbi sulla effettiva capacità di rappresentare le mille parzialità di cui si compone il mondo.
La rivista “Civiltà Appennino” vuole essere una di quelle chiavi attraverso cui testimoniare le incertezze su un presente per molti versi indecifrabile con l’ambizione di essere nello stesso tempo affermazione di identità e ricerca di luoghi, indagine sul presente e sguardo sul passato, spazio di parole in viaggio tra voci di geografie in dialogo.
Chiaramente ispirata all’idea di integrazione tra culture, tra arte e tecnologia che fu propria della rivista Civiltà delle Macchine fondata da Leonardo Sinisgalli nel 1953 e diretta fino al 1958, negli obietti editoriali si pone la finalità di osservare l’evoluzione dei tempi e dei luoghi con un nuovo occhio umano, riappropriandosi del concetto di sostenibilità qualora sia proprio l’uomo e la civiltà a gestire e controllare la tecnologia contemporanea.
Intorno a questa rivista, che si riferisce alla dorsale di un’Italia verticale (e non più orizzontale), trovano ospitalità scrittori, poeti, artisti, filosofi. Ciò che li accomuna, più che l’appartenenza al territorio, è un punto di osservazione “alto”, a metà tra un qui e un altrove, scisso tra il sentirsi appendice di una condizione d’Oriente o avamposto di una dimensione occidentale. Un ulteriore spazio per far circolare idee, stimolare dibattiti, creare opportunità di confronto. Un luogo aperto, libero, plurale dove coltivare una rete di relazioni per sgretolare quel falso principio secondo il quale la cultura è solo un bisogno voluttuario e promuoverlo, invece, a valore collettivo. E così, attorno a questa idea di base, un gruppo di cultori ha iniziato a discutere, scrivere, ad alimentare un interscambio di esperienze. Spiegare le ragioni di una nuova rivista è a un tempo cosa facile e complicata. Si è provato a ragionare su quale potesse essere il modo più giusto per incidere sulla costruzione della società del domani, su quanto fosse importante proiettarsi nel futuro e, nel contempo, far tesoro dei tanti elementi ereditati dal passato, riscoprendo il valore dell’identità. Lavorare intorno ad una spina dorsale, la cultura, per far incontrare intelligenze, per esaltare competenze, per aprire nuovi scenari di sviluppo. La Basilicata sarà solo uno dei fili conduttori degli interessi di “Appennino”, importante ma non esclusivo. Si parte dalla Lucania per aprirsi a tutti i territori dell’Appennino, “quelle terre – come scrive Raffaele Nigro – che possono aiutare i figli di una società metropolitana sconquassata a ritrovare la pace con sé stessi e il senso perduto della vita”. L’obiettivo è quello di far diventare “Appennino” il luogo della sperimentazione dove ognuno, in relazione alla propria poetica, al proprio concetto di letteratura, alla propria volontà di incidere sulla società, tenterà di offrire punti di vista diversi e qualificati. Una rivista animata insieme da rigore metodologico e autentica passione per un nuovo progetto di politica culturale. Si prevede l’uscita del numero ZERO della rivista entro dicembre 2019 e a seguire con cadenza semestrale. La distribuzione e la presentazione della rivista attraversano le regioni della “dorsale appenninica”.

SPERIMENTAZIONE TECNOLOGICA – 
L’innovazione tecnologica è oggi uno degli ambiti privilegiati dell’innovazione culturale. Varie sono le forme di utilizzo della tecnologia che la Fondazione Appennino ETS si pone come scopo della CultureExperience di cui intende farsi portatrice.
Tecnologia presente in loco, in sede e furi sede, ma anche tecnologia che sfrutta la rete e le potenzialità che oggi il web offre alla crescita culturale delle comunità.
Ad esempio, con l’obiettivo di valorizzare e diffondere la conoscenza del territorio appenninico attraverso le produzioni zootecniche, la Fondazione intende realizzare un progetto di racconto e promozione del territorio attraverso la “certificazione” garantita dalla blockchain anche in termini di comunicazione. L’attenzione di questa attività è particolarmente orientata alla valorizzazione proprio del contesto in cui il comune di Montemurro in particolare si trova, ovvero quello del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano e della particolare affinità che le tematiche affrontate dalla Fondazione hanno con le valorizzazione e salvaguardia della cultura ambientale, in una contemporaneità che impone visioni strategiche concrete e l’utilizzo di strumenti che consentano immediatezza e capillarità come, appunto, le nuove tecnologie digitali e le rete.

Gli interventi per adeguamento della struttura.
LA CANTINA. La cantina ha accesso diretto dal giardino e mira a mantenere le caratteristiche architettoniche dell’immobile. Da un punto di vista funzionale sarà adibita a spazio per show cooking e cooking class. Da un punto di vista statico l’immobile è in buono stato di conservazione non sono presenti crepe o fessurazioni significative e le murature, gli archi e le volte risultano ben apparecchiate. La porzione tergale è al momento parzialmente riempita con materiale di risulta. L’intervento in generale mira ad un adeguamento funzionale ed è di tipo conservativo. Si prevede: di liberare lo spazio tergale per renderlo fruibile con rimozione e conferimento del materiale a discarica; la rimozione del pavimento e del sottofondo, e la creazione di vespaio areato con iglu di spessore idoneo a creare una giusta ventilazione al fine di isolare le murature e evitare umidità di risalita; la rimozione e il restauro dell’intonaco ammalorato; la formazione di un servizio igienico collegato alla rete fognaria individuata nel giardino; la predisposizione
degli impianti tecnici specifici per l’installazione di cucina di tipo industriale ovvero il collegamento alla rete idrica, una canalizzazione e installazione di cappa di aspirazione ;l’installazione d’ impianto di riscaldamento, raffrescamento e trattamento area giustamente canalizzato al fine di garantire la giusta areazione, ventilazione e ricambi d’aria, l’installazione di una bussola d’ingresso e il restauro della porta esistente; l’installazione di Impianto elettrico e wifi; la fornitura delle attrezzature della cucina e degli arredi quali tavoli, sedie, scaffalature e dispense.
GIARDINO E SCALE D’ACCESSO. Il giardino è concepito come un luogo dello scambio e delle attività della fondazione principalmente durante i mesi primaverili e estivi.